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GLI INFORTUNI PIÙ FREQUENTI NEL CALCIO

GLI INFORTUNI PIÙ FREQUENTI NEL CALCIO

Il calcio è uno sport di contatto complesso che comporta una forte sollecitazione dell’apparato muscolo-scheletrico con un conseguente rischio relativamente alto di infortunio, sia tra atleti professionisti che dilettanti.

Mediamente in una rosa professionistica di 25 giocatori si registrano circa 2 infortuni a stagione per giocatore. Non vi sono dati precisi sul tasso di infortunio tra atleti dilettanti, ma è plausibile che esso sia inferiore per via delle minori ore di allenamento e partite rispetto ai professionisti.

Il distretto anatomico più colpito è l’arto inferiore con circa l’80% degli infortuni; seguono testa e tronco (15%) e infine l’arto superiore (5%).

Vediamo ora quali sono le tipologie di infortunio più frequenti nel calcio.

Infortuni muscolari.

Si dividono in infortuni da trauma diretto o indiretto.

Nel trauma diretto, in cui la forza agisce sul muscolo schiacciandolo contro i piani profondi, il danno prodotto varia dalla semplice contusione fino alla rottura delle fibre muscolari. La gravità di queste lesioni può essere valutata in base a quanto le articolazioni su cui agisce il muscolo risultano limitate alla mobilizzazione passiva. I muscoli più colpiti sono il quadricipite femorale e il tricipite surale.

Nel trauma indiretto manca il contatto diretto contro una forza traumatica, ma l’infortunio può essere causato un improvviso allungamento passivo del muscolo durante la fase di contrazione oppure una troppo rapida contrazione del ventre muscolare a partire da uno stato di rilasciamento completo. La classificazione più utilizzata è la seguente:

  • DOMS (delayed onset muscle soreness): si tratta di indolenzimento muscolare a insorgenza ritardata, dalle 24 alle 72 ore post esercizio, causato da microscopici danni arrecati alle fibre muscolari durante l'allenamento.

  • elongazione (o stiramento) muscolare: lesione muscolare dovuta a un eccessivo allungamento del muscolo; si tratta dello stiramento di poche fibre muscolari, con possibile ecchimosi.

  • distrazione (o strappo) muscolare: si tratta di una vera e propria rottura di alcune fibre muscolari con stravaso ematico, spasmo muscolare riflesso ed impotenza funzionale. Vi sono diversi gradi di gravità dello strappo muscolare:

  • 1° grado: lacerazione di poche fibre muscolari, ma non dell’intero fascio;

  • 2° grado: lacerazione di uno o più fasci, ma meno dei ¾ della sezione del muscolo;

  • 3° grado: rottura muscolare che coinvolge più di ¾ di sezione.

Più alto il grado della lesione e maggiore sarà il tempo di recupero.

I muscoli a maggior rischio di lesione indiretta nel calcio sono gli ischio-crurali, seguiti in minor misura da retto femorale e adduttori.

Contusioni.

Si tratta della conseguenza di un trauma diretto, non penetrativo, che non compromette l'integrità dei tessuti coinvolti (dunque in caso di coinvolgimento muscolare non sarà presente una lesione delle fibre muscolari). Questa lesione è dovuta alla compressione dei tessuti molli sottocutanei risultante da una caduta o da un colpo violento. Si tratta di infortuni minori che tendono a risolversi spontaneamente nel giro di pochi giorni.

Distorsioni o lussazioni

La distorsione è un trauma che consiste nella perdita momentanea e reversibile della congruità articolare dovuta ad un movimento anomalo a carico dell'articolazione. Essa può provocare un danno di gravità variabile alle componenti dell'articolazione, soprattutto a capsula articolare e legamenti.

Le distorsioni vengono solitamente suddivise in 3 gradi:

  • distorsione di I° grado: non si verifica la rottura dei legamenti, ma soltanto il loro stiramento. Non è presente instabilità residua.

  • distorsione di II° grado: parziale lesione dei legamenti della capsula articolare, instabilità da lieve a moderata.

  • Distorsione di III° grado: lesione completa di uno o più legamenti che determina franca instabilità dell'articolazione.

Nel calcio le articolazioni più coinvolte dai traumi distorsivi sono la caviglia e il ginocchio.

Per lussazione invece si intende un evento in cui all'interno di una articolazione, i capi articolari si spostano dalla loro posizione fisiologica in modo persistente. La lussazione è detta completa quando le superfici dei capi articolari interessati dall'infortunio arrivano a non toccarsi più, mentre si definisce incompleta quando tra le superfici articolari viene mantenuto un rapporto di contatto.

Nella pratica sportiva da contatto le lussazioni sono causate da traumi dovuti a contrasti di gioco o cadute e interessano soprattutto l’articolazione della spalla.

Patologie da sovraccarico.

Si tratta di lesioni da overuse che possono insorgere nel tempo per il sovraccarico funzionale, ovvero la ripetizione del gesto atletico che porta ad un eccessivo carico su una struttura, spesso muscolo-tendinea, la quale soffre per via della mancanza di un adeguato tempo di recupero.

Le lesioni da overuse interessano diversi tessuti anatomici: i tendini, i muscoli, le cartilagini, le borse. Nel calcio le più comuni sono le tendinopatie, come quella rotulea o la pubalgia.

Fratture.

Le fratture rappresentano solo una piccola percentuale degli infortuni nel calcio, tuttavia si tratta di infortuni gravi che possono compromettere intere stagioni.

Il termine frattura indica l'interruzione della continuità di un osso, che avviene in genere a seguito di un trauma, come per esempio un contrasto di gioco o una caduta.

Esistono però anche delle particolari tipologie di frattura, ovvero le fratture da stress: si tratta di piccole fratture incomplete dovute a sollecitazioni ripetute che portano a un sovraccarico funzionale delle ossa, soprattutto a livello del piede.

Consigli per la prevenzione.

Il tasso di infortunio nel calcio è molto più alto durante le partite che negli allenamenti, e questo è riconducibile alla maggior intensità richiesta agli atleti durante le partite ufficiali. Inoltre gli infortuni più gravi, che comportano maggiori tempi di recupero, avvengono solitamente durante le partite.

È importante dunque ai fini della prevenzione una corretta programmazione della preparazione atletica e degli allenamenti durante la stagione, in modo da prevedere sessioni ad alta intensità che replichino le situazioni di gioco a cui vengono sottoposti gli atleti durante la partita.

Molto importante è anche l’allenamento della forza che può ridurre sensibilmente il rischio di infortuni muscolari, concentrandosi ovviamente sui gruppi muscolari dell’arto inferiore.

Un ridotto tempo di recupero tra le sessioni di allenamento e tra le partite porta ad un più elevato rischio di infortunio: è importante dunque ancora una volta la programmazione delle sedute di allenamento, in modo da garantire un adeguato tempo di recupero e non incorrere in problematiche da sovraccarico.

Un precedente infortunio e un’inadeguata riabilitazione sono tra i maggiori fattori di rischio per l’infortunio nel calcio: è essenziale dunque rivolgersi a un fisioterapista professionista per la valutazione e il trattamento di un qualsiasi infortunio, oltre che per la stesura di un programma di prevenzione degli infortuni da poter sottoporre agli atleti anche durante le pause estive e invernali.